Sono Rossella e credo che sia giusto trasformare la vita in ciò che si è per viverla al meglio in ogni momento. Insieme a Federica ho scelto di essere DFuture perché ho percorso un cammino chemioterapico e credo che ci sia bisogno di guardare il mondo con un nuovo sorriso.
Era il 28 Luglio 2010, pochi giorni dal mio 30esimo compleanno, ed avevo confidato ad un amico che durante una doccia nella palpazione avevo sentito un nodulino al seno sinistro. Glielo confidai con un sorriso, quasi come una battuta, con aria di sufficienza come se si trattasse di una cosa normale, perché il seno, si sa, durante certi giorni del mese può cambiare.
Il mio amico cambiò lo sguardo e mi disse di fare una visita, ma non gli detti peso. Almeno fino alla terza telefonata che mi fece per chiedermi se l’avevo effettivamente fatta. Al terzo “NO” mi rispose ridendo: “guarda che io ho solo te!”. Questa frase mi riempì di responsabilità. Organizzai un’ecografia, e da lì il dottore mi inviò dalla Dott.ssa Roncella, responsabile del Centro di senologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, che mi diagnosticò un carcinoma infiltrante che aveva già attivato linfonodi al braccio sinistro. In reparto mi organizzarono visite di controllo per vedere se il carcinoma si era fermato al seno. Poi, a settembre dello stesso anno, mi sottoposi all’intervento.
Un intervento radicale, piazza pulita su tutto!
Il seguito fu la chemioterapia e poi l’ormonoterapia.
Fu da quel momento che realizzai veramente cosa mi stava succedendo… la chemioterapia!!!
Ho dovuto trovare un modo per metabolizzare, accettare e superare una terapia molto invasiva come la chemio.
Fortunatamente le cose non vengono mai a caso: avevo da poco seguito un corso per diventare un “Volontario del sorriso”, finito appena qualche mese prima, un corso per aiutare i bambini ricoverati in Oncoematologia pediatrica. Ancora non sapevo che quella formazione sarebbe tornata utile anche a me.
Così ho trovato il mio personale modo di trasformare i momenti brutti in quello che mi piace definire “il mio fumetto”: in sala operatoria con federa fucsia e naso rosso, tanti palloncini nella stanza dell’ospedale e le crepes alla Nutella che Federica mi portava di nascosto per merenda. La seduta di chemio doveva diventare una sorta di appuntamento al bar: indossavo una tutina colorata sempre diversa e stampato sulla faccia avevo un sorriso da innamorata. Mia madre, insieme a tutta la mia famiglia, si sforzava di capire questo mio atteggiamento. Forse un po’ egoisticamente, io non davo spiegazioni: era il mio momento e non volevo che nessuno lo cambiasse!
È per tutto questo che vorrei riuscire a spiegare a chi si trova ad affrontare il cammino chemioterapico che l’unica cosa da fare è cercare di immaginare la fase che si sta attraversando come un momento che passerà, che il male che si sta affrontando sia entrato da una porta e sia pronto ad uscire da un’altra. È per questo che vorrei che tutti quelli che tengono la mano ad una figlia, ad una madre, ad un amico che sta lottando contro un tumore riuscissero a pensare ad altro, a trasformare un momento che inevitabilmente si presenta come un incubo in un momento magico.
Ci sarebbe da scrivere un trattato, perché le emozioni cambiano in continuazione e mentre ne parlo si mescolano e ne nascono di nuove. A distanza di soli sei anni dalla chemioterapia ed a neanche uno dalla fine dell’ormonoterapia, la cosa che è cambiata è quel sorriso un po’ strafottente con cui affrontai il mio amico. Da quel momento l’ho riservato alla mia malattia, mandandola al diavolo e promettendo a me stessa e a chi mi circonda, a tutti quelli che hanno resistito accanto a me, ogni giorni,
lo stesso sorriso con cui ho mandato al diavolo la malattia ed ho promesso a me stessa, e a chi mi circonda, a quelli che hanno resistito accanto a me, che ogni giorno, qualunque sia, lo affronto così, come il mio fumetto!
Rossella